La frittura di pesce nella tradizione campana

Se c’è un secondo piatto che non può mancare nel menu di un ristorante campano è la frittura di pesce. Croccante, saporita, deliziosa, essa soddisfa tutti i palati, dai bambini agli adulti.

Non esistono un momento o un luogo più adatti per gustarla: che sia in città o in riva al mare, che sia inverno o d’estate, il suo sapore squisito e il suo profumo inconfondibile diventano irresistibili.

E ogni volta che la si assapora racconta la storia dei nostri mari, con interpretazioni sempre nuove, diverse. Sì, perché la ricetta del fritto misto di pesce varia da famiglia a famiglia, da regione a regione, portando in tavola la vera essenza dell’italianità, fatta di usanze e tradizioni tramandate da generazioni. Ma è nella cucina campana che la frittura di pesce occupa un posto speciale, risultato dei prodotti che la natura offre ogni giorno. 

Le origini del fritto misto di pesce

Quando si pensa alla Campania, la mente riporta al sole che scalda la pelle, al suono delle onde del mare e al profumo di salsedine nell’aria. Non stupisce allora che, proprio dalle caratteristiche dell’ambiente, abbia origine il fritto misto di pesce, una delle prelibatezze più amate dagli abitanti e dai turisti che visitano la regione.

Nata dall’esigenza della popolazione meno abbiente di rendere più saporiti i pesci più piccoli acquistati a poco prezzo dai pescatori, la frittura di pesce è diventata un vero e proprio simbolo campano che oggi si trova sulle tavole imbandite il giorno di Natale o nelle bancarelle di street food presenti nelle città dove viene servita all’interno del cùoppo.

Si tratta di un cartoccio a forma conica contenente sia fritto di terra, che di mare, da gustare caldissimo mentre si passeggia. Totani, calamari, baccalà, alici e così via: il pesce varia in base a ciò che il mare propone ogni giorno ed è sempre freschissimo.

Il piatto di pesce più amato

Non è raro sentire parlare anche di “frittur e paranz”, frittura di paranza, a base di pesci di piccola taglia e originaria dell’isola di Ischia, il cui nome deriva dall’imbarcazione utilizzata in passato per la pesca a strascico.

Comunque la si chiami, una cosa è certa: la sua bontà è indiscussa

Bisogna ringraziare i Romani per aver introdotto il fritto misto di pesce: sono stati loro, amanti delle terme presenti nella zona di Ischia, a portarla nella regione, dando vita a una delle tradizioni culinarie più apprezzate.

La ricetta classica? A base del pescato del giorno avvolto da una leggera pastella, condito con sale, pepe e qualche goccia di fresco limone di Sorrento.

Ma non è necessario recarsi fino in Campania per gustare dell’ottima frittura di pesce: al ristorante Aragosta portiamo in tavola ogni giorno il meglio della tradizione campana facendo sentire i nostri ospiti come in vacanza. Ti aspettiamo!